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Lucifer

  • Elena
  • 25 apr 2016
  • Tempo di lettura: 1 min

Horst Feistel emigrò dalla Germania agli Stati Uniti nel 1934. Si occupò di ricerche sulla crittografia nell'areonautica e iniziò subito ad avere problemi con l'NSA poiché quest'ultima voleva continuare ad avere il monopolio sulle questioni di sicurezza e, pertanto, nuove invenzioni nell'ambito crittografico avrebbero potuto metterla in seria difficoltà.

Nei primi anni Settanta, però, riuscì finalmente a mettere a punto il progetto al quale stava lavorando: Lucifer.

Questo complicato sistema utilizza il sistema binario per crittare i messaggi in questo modo:

1. il testo è convertito in una stringa di cifre binarie

2. la stringa viene divisa in blocchi di 64 bit, ciascuno dei quali verrà crittato separatamente

3. i bit di ogni blocco vengono mescolati

4. ogni blocco mescolato viene diviso in due parti da 32 bit: la sinistra e la destra

5. i bit di destra vengono deformati e sommati a sinistra formando un nuovo blocco da 32 bit

6. l'altro blocco da 32 bit è composto dal blocco destra senza che venga sommato a sinistra

Queste operazioni che ho appena descritto vengono chiamate "giro". I giri, in tutto, sono sedici e ogni volta si parte "ad impastare" dai due blocchi ottenuti nel giro precedente. Da non trascurare il fatto che i messaggi possono essere crittati in infiniti modi diversi poiché il risultato della funzione deformante dipende dalla chiave concordata con il destinatario.

Lucifer era considerato uno dei migliori programmi crittografici presenti sul mercato e proprio questa sua forza, a dispetto di quello che si può pensare, non gli permise di essere sfruttato appieno. Del perché a Lucifer vennero tarpate le ali ne parlerò prossimamente.

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Siamo due studentesse della laurea magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna e, per la prima volta dopo tanti anni dietro ai banchi, ci viene proposto di metterci alla prova. Non con il solito esame ma con un blog. 

Vi sveliamo subito la "materia" per la quale stiamo scrivendo ora: storia ed evoluzione della lettura e dei modelli editoriali. Cosa c'entra un blog con una materia così... seria? È qui la sfida.

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