Giovanni Pico della Mirandola e la Kabbalah Cristiana
- Ilenia
- 21 apr 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Siamo dopo la metà del 1400 in Italia, un giovane Giovanni Pico della Mirandola, o meglio conosciuto semplicemente come Pico, si avvicina all'antica saggezza della Kabbalah.

Dopo i suoi studi presso l'Accademia platonica di Ficino nella quale si era avvicinato alle lingue della sapienza, tra cui anche l'ebraico, nel 1486 incontra una singolare figura di ebreo convertito, Flavio Mitriade, col quale inizia un'intensa collaborazione.
Pico vanta una certa conoscenza dell'ebraico, ma per reperire e leggere a fondo i testi cabalisti, si fa aiutare da questo personaggio nella traduzione,
la quale però si rivelerà in parte d'aiuto ma dall'altra parte forviante per due motivi.
In primo luogo perché le traduzioni di Mitriade mancano di quel sapore di originalità di varie scoperte che ha portato la Kabbalah ebraica e allo stesso tempo alcuni termini originali di questo codice vengono tradotti da Pico in latino, cosa che porta un maggior velo di ambiguità e mistero.
In secondo luogo, Mitriade fa sì che nel testo siano introdotte delle specificazioni che hanno lo scopo di far credere che l'autore originale riconoscesse la divinità del Cristo e che portano dunque Pico ad affermare che "non vi è alcuna controversia tra noi e gli Ebrei sulla quale essi non possano essere confutati in base ai libri cabalistici".
Pico è convinto che i testi e le dottrine ebraiche possano ampliare la comprensione del cristianesimo mediante questa corrente antica e sacra del misticismo ebraico, tanto da poter confermare la verità del cristianesimo.
Secondo Pico quindi, la Kabbalah rappresenta una sorta di fonte di sapienza da cui attingere per decifrare i misteri del cosmo, e nella quale la figura di Dio rimane oscura, poiché non raggiungibile con il ragionamento umano.

Interessante è anche il libro di Pico sulle conclusioni cabalistiche intitolato
"Conclusioni Cabalistiche", in cui con la cristianizzazione dei metodi cabalistici di interpretazione della Sacra Scrittura,
il filosofo giunge a scoprire conferme
mistiche del Cristianesimo.
Queste conclusioni sono affermazioni brevi, spesso non più di una frase: fanno parte delle novecento tesi che portò con se a Roma nel 1486, altre erano sulla magia, altre erano tratte da testi platonici e neo platonici.
Le affermazioni di Pico sollevarono considerevoli disapprovazioni ortodosse e nel 1487, pubblicò un'apologia della sue idee.
Il libro è caratterizzato da 139 conclusioni cabalistiche, le quali a loro volta si dividono in 72 tesi secondo l'opinione cristiana, e 47 secondo l’opinione dei dotti ebrei.
Conclusione 5 (secondo religione cristiana): Qualsiasi ebreo cabalista che segua i princìpi e la lettera della scienza della cabala è inevitabilmente costretto ad ammettere la trinità e ciascuna delle persone divine –Padre, Figlio e Spirito Santo- e ciò, esattamente, senza aggiunte, diminuzioni o variazioni, secondo gli assunti del cattolicesimo. Corollario: non solo chi nega la Trinità, ma anche chi la pone in modo diverso dalla dottrina cattolica, come Ariani, Sabelliani e simili, possono essere con chiarezza ricondotti all’ortodossia, se ammettono i princìpi della Cabala.
Conclusione 44 ( secondo religione ebraica): Quando l’anima avrà compreso tutto ciò che può comprendere, e si congiungerà con l’anima superiore (lo spirito) si spoglierà dei suoi abiti terreni, svellendosi dal posto in cui sta (il corpo) e si congiungerà con l’essenza di Dio.
Oltre la questione della saggezza teorica della Kabbalah, Pico sostiene che esiste anche una forma "pratica", attuata attraverso la figura del mago. Ovvero una figura elevata, dotata di poteri di intervento sul mondo, tramite simboli e metafore di una realtà assoluta che è oltre il visibile, in quanto rappresentano un modo per sottrarsi al determinismo delle stelle poiché c'è l'idea che l'universo è costruito con lettere e numeri e che dunque tramite la conoscenza della regola matematica, si possa agire sul cosmo.
In conclusione, Pico della Mirandola non solo ha il merito di unire la Kabbalah alla rivelazione cristiana -e così di costituire la Kabbalah Cristiana- ma ha anche quello di investire l'Europa rinascimentale in una evoluzione della mentalità e della spiritualità attraverso questa antica saggezza.
Comentarios