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Un pubblico "curioso"

  • Ilenia
  • 17 apr 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

La crittografia è un qualcosa di "oscuro" e inusuale per chi non comprende e conosce il significato di ciò che ha sotto gli occhi e questo sicuramente, può destare curiosità in quel lettore che ama andare al di là della parola scritta in una semplice pagina bianca.

È a Venezia che il nostro asse cronologico si trova.

Siamo intorno alla metà del 1600 e tra le strade della città veneta circolano dei libri proibiti, libri di magia che destano gran curiosità tra la popolazione.

Il lettore che ne apre uno, è cosciente che quel genere di testo è un investimento a breve termine, in quanto viene utilizzato sia per ricavarne benefici materiali, sia per metterne in pratica gli insegnamenti e dunque è quasi sempre utile acquistarlo, copiarlo o farlo copiare.

Questi libri "curiosi" possono essere usati in prima persona, per conto di terzi, rivenduti in momenti di difficoltà, in coincidenza di periodi molto fitti nell'attività inquisitoriale, la quale rende più pericolosa la circolarità e quindi maggiormente redditizio il commercio.

Il possesso di un libro di magia e la capacità riconosciuta di "esercitarlo", garantisce al lettore che possiede quel libro, una sorta di potere nella sua cerchia di relazioni con gli altri, contribuendo talvolta ad incrementarle.

In definitiva la produzione magica risponde alle esigenze espresse da utenti e lettori differenti, in quanto c'è l'esigenza di andare incontro ad un pubblico variegato nel quale è possibile trovare sacerdoti, nobili, sarti, prostitute ,levatrici e non solo, poiché anche chi non è in grado di leggere e scrivere, riesce ad entrare in contatto con questo tipo di informazioni tramite il contesto pubblico, come i luoghi di lavoro, i rituali religiosi, guardando le immagini, o grazie ad un lettore pubblico o ad un amico.

Ciò che fa prezioso un libro magico dunque, è il riconoscimento che gli viene dato tramite la potenza e il grado di mobilitare presenze e forze oscure: il lettore è colpito da apparati iconografici ,da pentacoli nei quali si contemplano disegni di diversa natura, come spiriti alati, mani, figure umane, cuori trafitti, uomini nudi stesi in barca.

Tutto questo ha lo scopo di sollecitare l'immaginazione di chi legge e di chi guarda, facendo così scattare associazioni impreviste con risposte originali e che quindi rimandano a segni e figure che, data la loro incomprensibilità, possono rifarsi ai "segni salomoni".

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Siamo due studentesse della laurea magistrale in Semiotica dell'Università di Bologna e, per la prima volta dopo tanti anni dietro ai banchi, ci viene proposto di metterci alla prova. Non con il solito esame ma con un blog. 

Vi sveliamo subito la "materia" per la quale stiamo scrivendo ora: storia ed evoluzione della lettura e dei modelli editoriali. Cosa c'entra un blog con una materia così... seria? È qui la sfida.

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